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Salento: la Stonehenge d’Italia

Salento: la Stonehenge d’Italia

Il Salento

Il Salento è una regione storico-geografica situata nell'estremità sud est della Puglia. Anche detta il "tacco" dell'Italia, si estende su tutta la provincia di Lecce (che ne è il capoluogo) e gran parte delle province di Taranto e di Brindisi. Questo territorio (il "Salentu", in dialetto salentino) gode di un paesaggio stupendo, in parte dovuto alla sua posizione strategica ed eccezionale. Questa terra rossa e arida è difatti fiancheggiata da due mari dal colore blu scuro, con bellissime sfumature verde smeraldo e celeste: il mare Ionio ad ovest e il mare Adriatico ad est. La penisola salentina, vero ponte ideale tra i due mari, è caratterizzata da un rilievo pianeggiante, con qualche collina nel cuore della provincia e valli a perdita d'occhio. Anche le coste sono una gioia per gli occhi con l'alternanza di scogli scolpiti dal mare e di spiagge di sabbia fine.  Altra caratteristica sono le coltivazioni: quasi ovunque si nota la presenza degli oliveti e dei vigneti (entrambi parte della produzione eno-gastronomica della regione).

Dolmen e menhir

In questo paesaggio colorato torreggiano impressionanti monumenti megalitici, realizzati durante le età della pietra e del bronzo, a tal punto che Salento è soprannominata la "Stonehenge d'Italia", in riferimento alle opere scultoree presenti nel sud ovest dell'Inghilterra. Tra queste sculture di pietra, i dolmen e i menhir sono i più frequenti.  I dolmen hanno un'etimologia molto probabilmente bretone: da "tdaol", tavola e "men", pietra. Queste grandiose "tavole di pietra" sono costituite da tre o quattro lastre infisse verticalmente nel terreno a sostegno di una lastra orizzontale, con apertura orientata verso est. Eretti tra la fine del V e la fine del III millennio a.C., i dolmen, a lungo considerati a torto come tempi per riti pagani, erano in realtà monumenti funebri. La loro architettura comportava a volte un corridoio di accesso che conduceva alla camera sepolcrale, cuore del dolmen, la quale poteva essere di forme varie. Anche i menhir (anche detti pietrafitte) rimandano ad una etimologia bretone: da "maen" che significa pietra e "hir", lunga. Si presentano come lunghi parallelepipedi ricavati da un unico blocco di pietra monolite. La loro altezza può variare da qualche decina di centimetri fino a più metri. Un grande mistero sussiste ancora oggi sulle popolazioni che li hanno eretti, e sulle loro motivazioni.I menhir erano simboli del culto della fertilità? Oppure monumenti religiosi dedicati al culto del sole? Elementi di calendari primitivi o semplicemente cippi di frontiere? Storici e archeologi ne discutono ancora oggi, concordando solo sul fatto che queste torri di roccia sarebbero i primi monumenti culturali realizzati dall'uomo. Nella "Stonehenge d'Italia" si trovano anche altre testimonianze minerali: le specchie. Si tratta di sassi di grandi dimensioni accatastati gli uni sugli altri. Se una volta erano destinate ad essere le tombe di personaggi importanti o a segnare i confini territoriali, oggi purtroppo restano pietre accatastate il cui significato originario è andato in qualche modo perso.  Queste testimonianze rivelano tutte la presenza di popoli in Puglia, in particolare nella penisola salentina, in tempi remotissimi. Stiamo parlando della civiltà messapica, le cui prime tracce risalgono all'VIII secolo a.C. e il cui nome deriva da Messapia, “terra fra due mari”, (nome usato dai Greci per definire il Salento). Nel Medioevo, i menhir del Salento furono cristianizzati, appropriazione questa visibile nelle croci che sono state incise sulla pietra. Oggigiorno, in alcuni paesi della regione, per la Domenica delle Palme, è rimasta l'usanza di fare processioni che finiscono nella vicinanza dei menhir, dove sono benedetti i ramoscelli di ulivo. Menhir e dolmen sono sparsi, per la maggior parte, tra i comuni di Giurdignano ("il giardino megalitico d'Europa"), di Zollino, di Minervino di Lecce, ma anche di Maglie, di Melendugno o ancora di Martano, che può vantarsi di possedere il menhir più alto d'Europa: San Totano a Martano (con 5,2 metri). Lì, sonnecchiano i più belli esemplari di queste maestose pietre millenarie. Per tutto ciò, il Salento merita il suo sopranome di "Stonehenge italiana". L'eccezionale patrimonio minerale si fonde con armonia nel paesaggio affascinante di questa zona della Puglia. A primavera, tra i due mari blu, si assiste ad una vera esplosione, di fichi d'India, orchidee spontanee, crochi, e mandorli in fiore che sembrano celebrare le pietre sacre. 

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