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Panzerotti pugliesi: street food tipico e viaggio di gusto

Panzerotti di Puglia: tradizione, gusto e viaggio tra borghi e mare

Croccanti fuori, morbidi dentro, ripieni di mozzarella filante e profumo di pomodoro: i panzerotti pugliesi sono una delle icone più amate della cucina del Sud Italia. Questo cibo di strada racconta la convivialità dei borghi, i ritmi lenti delle serate estive e la creatività delle famiglie che tramandano ricette di generazione in generazione. Dai vicoli di Bari Vecchia fino alle piazze del Salento, il panzerotto accompagna passeggiate, incontri tra amici e momenti di festa. Non è solo un piatto: è un rito popolare che accoglie viaggiatori curiosi e golosi. Nella sua semplicità custodisce la storia contadina della regione e oggi continua a evolversi con varianti gourmet e sperimentazioni culinarie. Questa guida ti porterà alla scoperta del panzerotto come esperienza da vivere: conoscerne le origini, assaggiarlo nei luoghi più autentici, imparare a cucinarlo a casa e inserirlo nel tuo itinerario gastronomico in Puglia.

Storia, origini e varianti del panzerotto pugliese

Il panzerotto pugliese nasce come piatto di recupero nelle case popolari, quando un avanzo di impasto del pane veniva farcito con pomodoro e formaggio e poi fritto in olio caldo. Da semplice espediente di cucina domestica è diventato un simbolo regionale, riconosciuto in tutta Italia e spesso esportato all’estero come ambasciatore dello street food pugliese. A differenza della pizza fritta napoletana, il panzerotto è più piccolo e soffice, con un ripieno equilibrato che punta alla golosità senza eccessi. Nel tempo si sono moltiplicate le varianti: la versione classica con pomodoro e mozzarella resta la più amata, ma esistono interpretazioni con cime di rapa e provola, scarola con olive e capperi, oppure varianti moderne come mortadella e pistacchio. Persino i panzerotti dolci, con ricotta e zucchero o crema di nocciole, fanno la loro comparsa nelle sagre locali. La lavorazione dell’impasto richiede attenzione: farine miste, idratazione medio-alta e una lievitazione lenta per garantire digeribilità e sofficità. Il sigillo del bordo, detto “cordoncino”, è un gesto rituale che preserva il ripieno in cottura. La frittura, breve e intensa, deve mantenere l’olio limpido e la temperatura costante per ottenere la croccantezza perfetta. Questa evoluzione del panzerotto mostra come la cucina popolare sappia rinnovarsi senza perdere la propria autenticità. 

Dove mangiare panzerotti in Puglia: itinerario da Bari al Salento

Un viaggio in Puglia non può dirsi completo senza un assaggio dei panzerotti nei luoghi dove nascono e si consumano da secoli. A Bari Vecchia, tra vicoli stretti e piazzette, le friggitorie storiche servono panzerotti caldi in cartoccio, spesso preparati davanti ai passanti. La sera il profumo invade le strade e il panzerotto diventa protagonista di aperitivi e cene improvvisate. Spostandosi verso la Valle d’Itria, tra Alberobello, Locorotondo e Martina Franca, il panzerotto incontra i trulli e i forni a legna che offrono versioni al forno più leggere, ideali durante le giornate estive. A Polignano a Mare e Monopoli, la pausa panzerotto accompagna il panorama sul mare, tra scalinate e terrazze che si affacciano sull’Adriatico. Più a sud, nelle province di Brindisi e Taranto, prevalgono ripieni più generosi con salsiccia, peperoni e formaggi affumicati. Nel Salento, da Lecce a Otranto e Gallipoli, il panzerotto è compagno delle passeggiate serali: qui si trovano versioni mignon perfette per degustazioni multiple e varianti grandi che sostituiscono un pasto completo. Anche il Gargano custodisce specialità locali, con l’uso di caciocavallo podolico e olio extravergine dal gusto deciso. Un itinerario del panzerotto in Puglia è un’esperienza sensoriale che unisce sapori, paesaggi e tradizioni.

Ricetta del panzerotto pugliese: ingredienti, passaggi e consigli

Preparare i panzerotti a casa significa portare in cucina un pezzo di viaggio. L’impasto richiede pochi ingredienti: farina, acqua, lievito, olio extravergine e un pizzico di zucchero per attivare la lievitazione. Dopo una lunga maturazione, si formano dischi sottili che accolgono il ripieno classico di pomodoro denso, mozzarella ben sgocciolata e un tocco di origano. Il segreto sta nella chiusura accurata: il bordo va sigillato con energia, creando il caratteristico cordoncino che impedisce fuoriuscite in frittura. La cottura ideale avviene in olio di arachidi a 170–175 °C, pochi minuti per lato, fino a ottenere un colore dorato uniforme. In alternativa, per chi preferisce una versione più leggera, il panzerotto può essere cotto al forno a 220 °C, spennellato d’olio per preservare la croccantezza. Le varianti sono infinite: dalla versione vegetariana con verdure grigliate alla proposta gourmet con stracciatella, capocollo di Martina Franca e pomodorini confit. Alcuni comuni organizzano sagre estive dedicate al panzerotto, occasioni perfette per degustare più ricette in un’unica serata: i calendari ufficiali vengono pubblicati sui siti comunali e sulle pagine social delle Pro Loco locali. Durante la degustazione è bene ricordare qualche regola di “etichetta da cartoccio”: assaggiare caldo, usare tovagliolini, smaltire correttamente i rifiuti, rispettando i luoghi visitati. Con questi accorgimenti potrai vivere l’esperienza autentica di uno dei simboli più amati dello street food pugliese. 

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