La Puglia è una terra che conserva un patrimonio culturale e religioso di straordinario valore, e Taranto, con la sua Settimana Santa, ne rappresenta una delle espressioni più autentiche. Ogni anno, la città ionica diventa palcoscenico di celebrazioni che fondono spiritualità, storia e identità collettiva, trasformandosi in una meta privilegiata per chi desidera vivere un’esperienza unica. I riti della Settimana Santa, eredità della dominazione spagnola, si intrecciano con tradizioni popolari radicate, dando vita a un evento capace di emozionare credenti e visitatori. Processioni solenni, marce funebri, simboli religiosi e costumi tradizionali rendono Taranto un luogo dove il turismo religioso incontra la cultura mediterranea. In questo contesto, la fede diventa anche motore di sviluppo locale, attirando migliaia di persone e offrendo l’opportunità di scoprire non solo il patrimonio spirituale, ma anche le bellezze storiche, artistiche e paesaggistiche del capoluogo ionico.
La Settimana Santa di Taranto è un evento che affonda le radici nella dominazione spagnola del XVII secolo, introdotto dal patrizio Don Diego Calò e consolidato dal nipote Francesco Antonio Calò. I suoi riti rappresentano una sintesi di fede, devozione popolare e spettacolarità, al punto da essere considerati tra i più suggestivi d’Italia.
Il programma si apre la Domenica delle Palme, quando le confraternite del Carmine e di Maria Santissima Addolorata e San Domenico si riuniscono per l’asta dei simboli da portare in processione. Questa tradizione segna l’inizio di un percorso spirituale che prosegue durante il Triduo Sacro.
Il Giovedì Santo, nella Chiesa del Carmine, si celebra la Messa in Coena Domini, seguita dal rito della lavanda dei piedi. In contemporanea, i “Perdoni”, confratelli incappucciati, iniziano il pellegrinaggio tra le chiese del Borgo Nuovo e del Borgo Antico. Il loro abito bianco, ornato da un rosario nero e da scapolari blu, è diventato un simbolo iconico della Settimana Santa tarantina.
Il momento culminante arriva il Venerdì Santo con la Processione dei Misteri, che si snoda dalla Chiesa del Carmine fino a San Domenico. I simulacri della Passione di Cristo vengono portati in corteo, accompagnati dal suono della troccola e dalle marce funebri che creano un’atmosfera intensa e solenne. Da San Domenico parte poi la Processione dell’Addolorata, guidata da confratelli incappucciati che rievocano il dolore della Vergine.
Il rito si conclude il Sabato mattina, con il rientro della processione nella Chiesa del Carmine. Qui, un confratello bussa tre volte alla porta della chiesa, simbolo dell’apertura alla speranza e alla rinascita. Questo gesto finale suggella la fine di una celebrazione che coinvolge l’intera comunità cittadina e migliaia di visitatori provenienti da tutta Italia.
L’edizione 2025 ha segnato un momento speciale: in occasione del 350° anniversario dell’Arciconfraternita del Carmine, le processioni hanno fatto ritorno nel cuore della Città Vecchia, restituendo ai riti il percorso originario e conferendo ancora più forza e autenticità alla manifestazione. Un evento che ha dimostrato come tradizione e innovazione possano convivere, mantenendo intatta la spiritualità che rende unica la Settimana Santa tarantina.
La Settimana Santa di Taranto non è solo una celebrazione religiosa, ma anche un potente motore di attrazione turistica e culturale. Ogni anno migliaia di fedeli, turisti e curiosi raggiungono la città per vivere da vicino un’esperienza che unisce fede, arte e identità collettiva. La città, durante questi giorni, si trasforma in un grande palcoscenico a cielo aperto, dove il silenzio, la musica sacra e le scenografie urbane creano un’atmosfera senza paragoni.
Dal punto di vista del turismo religioso, l’evento ha un impatto significativo: strutture ricettive, ristoranti e attività commerciali registrano un aumento di presenze, confermando il valore economico di questa tradizione. Al contempo, le confraternite custodiscono un patrimonio immateriale che viene tramandato di generazione in generazione, rafforzando il senso di appartenenza della comunità.
Non meno importante è la valenza culturale. Le processioni della Settimana Santa diventano occasione per riscoprire il centro storico di Taranto, con i suoi vicoli, le chiese barocche e i palazzi nobiliari che fanno da cornice ai riti. L’edizione 2025, con il ritorno delle processioni nella Città Vecchia, ha offerto l’opportunità di valorizzare il legame tra fede e patrimonio architettonico, attirando anche l’interesse dei media nazionali.
La Settimana Santa si inserisce inoltre in una rete più ampia di eventi religiosi pugliesi, contribuendo a consolidare la regione come destinazione di turismo spirituale. In un contesto sempre più attento al turismo esperienziale, Taranto propone un’offerta che va oltre la semplice visita, regalando ai partecipanti un’immersione autentica in un rituale secolare.
Infine, la celebrazione si configura come un ponte tra passato e futuro: da un lato la devozione dei confratelli, dall’altro la crescente capacità di attrarre giovani e visitatori internazionali. La Settimana Santa diventa così un simbolo identitario che rafforza l’immagine della città e ne sostiene lo sviluppo. Partecipare a questi riti significa vivere un’esperienza che unisce emozione, riflessione e scoperta, rendendo Taranto una tappa imprescindibile per chi desidera conoscere la Puglia più autentica.