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Zuppa di farro e rape: tradizione pugliese in tavola

Un piatto autentico che racconta la Puglia tra campi e masserie

La zuppa di farro e rape è molto più di una ricetta: è un simbolo della cucina pugliese tradizionale, nata nelle campagne e arrivata sulle tavole contemporanee come esempio perfetto di equilibrio tra gusto e semplicità. Questo piatto unisce il farro, cereale antico dalle origini mediterranee, alle celebri cime di rapa, regine dei mercati contadini da novembre a marzo. Il risultato è una zuppa calda, nutriente e genuina che rappresenta in pieno lo spirito della Puglia: ingredienti stagionali, filiera corta, uso creativo del pane raffermo e l’immancabile olio extravergine d’oliva pugliese. Prepararla o assaggiarla in trattoria significa immergersi in un viaggio fatto di profumi erbacei, note rustiche e convivialità. In questo articolo scopriremo storia, varianti locali e consigli per viverla come esperienza gastronomica durante un soggiorno tra Gargano, Valle d’Itria e Salento.

Storia, origini contadine e legame della zuppa con la Puglia

La zuppa di farro e rape affonda le radici in un passato rurale in cui ogni ingrediente aveva un significato economico e culturale. Il farro, cereale coltivato già in epoca romana lungo l’Appennino e nelle zone interne della Murgia, era considerato una risorsa preziosa per il suo apporto nutritivo e la lunga conservazione. In parallelo, le cime di rapa prosperavano nei terreni calcarei del Tavoliere e della Valle d’Itria, diventando un ortaggio tipico dei mesi freddi. Il connubio di questi due prodotti ha dato vita a una ricetta povera ma capace di raccontare identità e resilienza delle comunità agricole pugliesi.

Nelle famiglie contadine, la zuppa era spesso preparata nei mesi invernali con ciò che la campagna offriva: farro, rape, aglio, olio e pane raffermo. Il piatto non era solo nutrimento ma un rito di condivisione: intorno alla pentola fumante ci si ritrovava a fine giornata, raccontando storie davanti al fuoco. Ancora oggi, in molte masserie e trattorie, la zuppa viene servita in cocci di terracotta, perpetuando quel senso di continuità col passato.

Ogni territorio della Puglia ha sviluppato una variante locale: sul Gargano si aggiunge talvolta il peperoncino per esaltare la nota amarognola delle rape; nella Valle d’Itria qualcuno arricchisce il soffritto con acciughe disciolte, per un tocco sapido; nel Salento capita di trovare versioni con un cucchiaio di concentrato di pomodoro, che dona dolcezza e colore. Tutte queste varianti rivelano la capacità della cucina pugliese di adattarsi al contesto geografico, mantenendo però intatta l’anima contadina.

Il legame con la stagionalità resta centrale: la zuppa di farro e rape viene apprezzata soprattutto tra novembre e marzo, quando le cime di rapa raggiungono la massima espressione di gusto e sostanze nutritive. Questo rispetto dei ritmi naturali non è solo un fatto gastronomico, ma anche una scelta di sostenibilità, che oggi risponde al desiderio di viaggiatori attenti al rapporto tra cibo, ambiente e identità locale.

Un dettaglio importante è la presenza dell’olio extravergine d’oliva pugliese, ingrediente imprescindibile della dieta mediterranea. Le cultivar locali come Coratina, Ogliarola salentina e Peranzana arricchiscono la zuppa con note fruttate, amare e piccanti, trasformandola in un piatto che celebra la biodiversità della regione. Non a caso l’olio pugliese è tutelato da disciplinari DOP e riconosciuto come eccellenza internazionale.

Ricetta autentica: ingredienti, varianti e segreti di preparazione

Preparare la zuppa di farro e rape è un viaggio nella semplicità contadina. Gli ingredienti di base sono pochi e facilmente reperibili: farro, rape, aglio, olio extravergine d’oliva e pane di grano duro. Tuttavia, dietro l’apparente essenzialità, si nasconde una grande attenzione a dettagli e gesti.

Per 4 persone, occorrono circa 280 g di farro (meglio semi-perlato per ridurre i tempi di cottura), 600–700 g di cime di rapa fresche, 2 spicchi d’aglio, 6 cucchiai di olio EVO pugliese, sale marino e pane raffermo (ideale il Pane di Altamura DOP). Si parte mondando le rape, scegliendo le infiorescenze più tenere e le foglie di un verde intenso. Il farro va sciacquato e, se decorticato, lasciato in ammollo.

In una casseruola si prepara un soffritto leggero con olio, aglio e, a piacere, un peperoncino. Per chi ama i sapori più decisi, due filetti di acciuga si possono sciogliere nel fondo, donando un carattere marino. Il farro viene tostato un minuto e poi coperto con brodo vegetale caldo; la cottura dura circa 25 minuti. A questo punto si aggiungono le rape tagliate, che in pochi minuti regalano alla zuppa il loro aroma erbaceo e la tipica nota amarognola.

La ricetta tradizionale prevede la tostatura del pane fino a ottenere crostini dorati da servire a lato o immersi nel piatto. Un filo di olio EVO a crudo completa il tutto, esaltando profumi e freschezza.

Molte famiglie pugliesi arricchiscono la ricetta con varianti personali: qualcuno aggiunge un pugno di legumi (ceci o cannellini), altri una scorza di limone a fine cottura, altri ancora qualche moscardino o cozza per una versione di mare nelle zone costiere. Questa capacità di adattamento fa sì che la zuppa di farro e rape non sia mai identica, ma sempre riconoscibile come espressione autentica della Puglia.

Dal punto di vista nutrizionale, si tratta di un piatto ricco di fibre, proteine vegetali e minerali, perfetto per chi cerca leggerezza senza rinunciare al gusto. Non a caso, molte diete moderne lo riscoprono come esempio virtuoso di cucina mediterranea, equilibrata e sostenibile.

Dove gustarla in Puglia: masserie, mercati e itinerari enogastronomici

Assaggiare la zuppa di farro e rape in Puglia significa vivere un’esperienza gastronomica completa, che unisce cibo, paesaggio e cultura. Nelle masserie agrituristiche tra Valle d’Itria e Alta Murgia, è facile trovarla nei menù stagionali: servita in coccio fumante, accompagnata da crostini di Pane di Altamura e olio di produzione propria. Molte di queste strutture propongono anche corsi di cucina in cui i viaggiatori possono imparare a prepararla, dalla raccolta delle rape nell’orto fino alla degustazione finale.

Nei mercati rionali di città come Bari, Lecce o Foggia, è possibile acquistare direttamente le materie prime: rape fresche, farro locale e bottiglie di olio nuovo. Alcuni mercati, come quello di Bari, sono famosi per la vitalità delle bancarelle e rappresentano un punto d’incontro ideale per chi desidera entrare in contatto con la vita quotidiana pugliese.

Un itinerario tematico potrebbe prevedere al mattino una passeggiata tra gli ulivi monumentali del Salento, una sosta in frantoio per degustare diverse cultivar di olio e un pranzo in trattoria di campagna a base di zuppa di farro e rape. Nel pomeriggio, si può visitare un forno storico ad Altamura per acquistare il celebre pane DOP e, in serata, partecipare a una degustazione in cantina con vini bianchi come la Verdeca o rosati da Negroamaro.

Questo piatto si presta infatti a interessanti abbinamenti enologici: i vini freschi e agrumati esaltano la nota amarognola delle rape, mentre i rosati pugliesi bilanciano il carattere rustico del farro. Il tutto si inserisce in una narrazione più ampia di turismo esperienziale, che mette al centro prodotti tipici, filiera corta e sostenibilità.

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